STORIE 

Romania NON E’ UN PAESE PER GIOVANI

Nel nord della Romania, nelle regioni della Transilvania, Maramures, Bucovina e Moldova, la vita scorre lenta dettata da antiche tradizioni tramandate da secoli e dai ritmi legati alle stagioni. Colline boschive lasciano spazio a zone a pascolo e a coltivazioni. Il progresso, la continua ricerca del benessere, ha sempre di più spinto le giovani generazioni ad abbandonate la loro terra, lasciando spazio a chi ancora ha le mani nodose e lo spirito contadino. ….ma qualche giovane resta nel regno dei Nonni e delle Nonne.

EMOZIONI ANTICHE

Pomeriggio in campagna: nonno Grigore e nonna Joita tagliano il fieno e compongono curiosi covoni su scheletri di legno grezzo, lui lancia l’erba essiccata e lei la sistema e la pettina, profumi del fieno appena tagliato; nelle stradine dei piccoli borghi sono le sette e mandrie di bufali vengono sospinti verso le stalle; dall’alto una cicogna osserva il mondo dal suo grande nido; la vecchia zingara Luba ne ha viste di cose e tante ne ha da raccontare ai suoi nipotini stipati nel carro; e’ domenica la chiesetta in legno è piccola, divisa in due parti nella prima il prete e gli uomini, una divisione in legno con grata…. e le donne più ammassate in devota preghiera;  in qualsiasi ora della giornata nei villaggi sassoni, poche persone per strada, le case sono addossate una all’altra per un’antica difesa, è quasi sera le tre vecchiette: Nicoleta, Odette e Steluta sono sedute davanti a casa, chiacchierano tra di loro, prendono l’ultimo fresco; un carro sbuca dalle campagne, il cavallo agghindato con drappi rossi sbuffa per lo sforzo, anche il vecchio Alexandru sbuffa lanciando con il forcone di legno il fieno che poi la vecchia Constanța sistema ordinatamente sul carro; la solitudine di Horia e Săndel pastori che controllano il loro gregge di pecore, con l’aiuto dei fedeli cani; nel frattempo le api passano dalle arnie “motorizzate” a quelle fisse sul terreno; tardo pomeriggio all’orizzonte il cielo è nero carico di pioggia, qualche raggio di sole accende di luci i campi, colori di campagna subito prima del temporale; Mădălina al ritorno da messa è entusiasta di farsi fotografare si mette in posa nel suo vestito da festa, ferma le amiche, ci invita nella sua casetta; Vladuț è quasi cieco in una mano il bastone dall’altra un fiore, sorride ed entra nel cimitero allegro.

Nella mia memoria questi incontri, questi profumi, questi colori, questa serenità dai ritmi lenti c’erano; ricordi di vacanza spensierate in montagna, da piccolo quando si giocava con i grilli e si mangiavano le more appena colte…..

CIMITIRUL VESEL

Il signor Ioan Stan Patras, all’età di 14 anni iniziò a fare il falegname, per lui il lavoro più umile, ….costruire le croci per il cimitero della suo piccolo borgo di Săpânța. Le ancestrali credenze dei Daci, antichi abitanti dei Carpazi, che approcciavano la morte con un atteggiamento gioioso unito al credo ortodosso che dice che la morte non è altro che una parte della vita, spinsero Ioan a creare delle speciali croci: colorate, con bassorilievi che rappresentavano la persona defunta e in cui apparivano epitaffi gioiosi e a volte irriverenti. Fu un successo, nacque così il Cimitirul Vesel il Cimitero Allegro di Săpânța.

 

STORIE 

Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
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