STORIE 

Eritrea PROFUMO ITALIANO

Carletto, 89 anni ben portati, qualche bella ruga sul viso, un bastone tra le mani e due occhi vispi e curiosi. Come tutti i giorni è lì al bar Zilli in compagnia dei suoi vecchi amici Solomon ed Abraham. Carletto ha lavorato per 24 anni presso l’officina del sig. Tognetti di Torino, proprio lì nella strada dietro al bar. Tornitore. Mani sporche tutto il giorno ma la fiducia incondizionata del suo vecchio datore di lavoro. Era diventato capo officina e non aveva che la terza elementare. Poi il sig. Tognetti morì facendo precipitare la famiglia nel dolore. Sola e con un figlio giovanissimo, la moglie decise di tornare a Torino chiudendo l’officina. Carletto dovette reinventarsi da tornitore con le mani sporche di grasso a panettiere con le mani sporche di farina. Il lavoro gli piacque e dopo qualche anno e sacrificio aprì il suo forno, il pane lo mangiano sempre tutti. …e così andò la sua vita con una moglie e cinque figli ora sparsi per il mondo (uno in Italia come ingegnere edile). In tutte le sue parole, nel suo raccontare c’erano sempre riferimenti di apprezzamento all’Italia, agli italiani che specialmente qua in Asmara avevano lasciato un buon ricordo. Strano, un sentimento così forte verso coloro che un tempo avevano invaso e conquistato questo fazzoletto d’Africa. Ma sì si può dire, sentendo le sue parole mi sono inorgoglito di essere italiano e mi sono venuti anche gli occhi lucidi. Questo sentimento è palpabile non solo attraverso i racconti di Carletto ma anche da tutti gli incontri durante il viaggio: italiani arrivati qua in nave una vita fa’ come la Gina proprietaria e ora unica gestisce dell’omonima negozio di parrucchiera oppure il mulatto Gabriele. meccanico presso l’ex Fiat Tagliero o Agatha nera ex governante presso la famiglia Mercuri di Massawa.

Bene, ora vi chiederete come posso sapere tutte queste cose su Carletto…. behh naturalmente entrando al Bar Zilli un sabato mattina a poche ore dal rientro in Italia. Mezza giornata libera che dedico ai ricordi del passato italiano ad Asmara. Prima il cinema Odeon cupo e decadente, poi il cinema Roma con la vecchia cinepresa in bella vista. Proseguendo il Bar Zilli, vista l’ora, buono per un buon espresso. Entrando sembra di tornare nel passato italiano: il bancone in legno con il marmo sul piano, tavolini e sedie in acciaio e formica, vecchie foto alle pareti. Mi avvicino, la vecchia macchina da caffè non può far a meno di essere fotografata assieme ai due caffè fumanti messi lì sul bancone. Foto e mi sento chiamare “Ehii sei Italiano ?”. Mi volto e faccio la conoscenza di Carletto, Solomon ed Abraham. “Siediti che ti offriamo un caffè…”. Ci si presenta e la cameriera arriva con la tazzina fumante. Carletto mi fa il cenno di sentire il profumo prima del sapore “senti, senti che buono, senti l’aroma, senti il profumo…” socchiude gli occhi e aggiunge “profumo sì, Profumo Italiano“. 
Bevo il mio caffè e….Carletto inizia a raccontare.

Passeggiare per il centro di Asmara, è come rivivere una nostra città di cinquanta anni fa, poco traffico per la strada, edifici in vari stili Italiani, i cinema ormai in disuso, le vecchie insegne che ormai da noi non si vedono più, le vecchie auto ancora funzionanti, i ristoranti che sul menù propongono: Lasagne, pizza e cannelloni, i bar dove le persone si siedono al tavolo e con comodo sorseggiano il loro espresso godendosi la crema dei “bombolini”, senza fretta, con i loro tempi, tempi Africani. Ovunque tracce d’Italia, ovunque ricordi d’Italia, ovunque sensazioni di quando ero piccolo e con i miei genitori passeggiavo per la mia Bologna.

…ieri, oggi, domani…

 

…tre fedi

un solo modo per pregare…

NEL RICORDO DI CHI VENNE E MAI PIU’ TORNO’

…partimmo per un mondo nuovo e qua rimanemmo…

               (su una tomba)

Battaglia di Dogali – “Costi quel che Costi”

Memoriale “ADUA”

 

…E NEL RICORDO DI CHI GIA’ C’ERA…

E MAI PIU’ TORNO’…

STORIE 

Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
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