STORIE 

Ciad EDEN TRA CIELO E SABBIA

Il Ciad è un vasto stato posto al centro dell’Africa sahariana. Partendo dal sud, ricco di piogge e di acque, con foreste e savane alberate si procede verso nord dove le savane diventano sempre più aride fino a trasformarsi in pianure sabbiose con imponenti dune di sabbie. Quest’ultimo ambiente  accoglie un’aree desertica estremamente interessante dal punto di vista geologico e morfologico, l’Ennedi. Chilometri e chilometri su piste talvolta in cattive condizioni separano questo luogo magico dalla capitale N’Djamena.

ARCHITETTURE

Due sono le strade con cui si può raggiungere la zona dell’Ennedi, la prima a nord la si percorre su piste sabbiose in un ambiente semi desertico economicamente povero e  la seconda (utilizzata al ritorno) è un lungo nastro di asfalto che collega Abéché alla capitale in aree più verdeggianti ed economicamente più ricche. Sparsi lungo queste due strade ci sono piccoli villaggi, più si procede verso nord più le strutture delle capanne passano da abitazioni in fango sormontate da cappucci di rami, a ricoveri in legno intrecciato, fino ad arrivare nelle zone più remote a rifugi con scheletro in legno sormontate da stuoie di paglia intrecciata.

…E FINALMENTE… ENNEDI

Dopo l’oasi di Kalait e dopo 4 giorni di piste polverose, finalmente…. l’Ennedi, questo enorme plateau punteggiato da curiose formazioni rocciose. Il tempo sembra fermarsi ed inizia il gioco di fantasia che trasforma ogni rilievo in un castello, in una cattedrale, in un animale. Ecco che un piccolo arco diventa un occhio di un drago, una serie di pinnacoli una processione religiosa, una serie di martelli allineati un labirinto di roccia. E poi archi appesi nel vuoto, torri medioevali, funghi di pietra, guglie appuntite come denti di uno squalo. Il tempo, il vento, le antiche acque che qua scorrevano hanno trasformato, modellato, inciso questo mondo silenzioso e monumentale dove l’uomo rimpicciolisce. 

A M B I E N T I

F A N T A S I E      D E S E R T I C H E

 

 

F E M M E S

Sguardi fieri e curiosi, occhi penetranti che si accendono in un sorriso luminoso. Nel mercato di Fada, nei villaggi polverosi, nei silenzi dell’Ennedi, nei pozzi dispersi nel nulla. L’universo femminile del Ciad.

A N I M E   P E R S E

La guerra delle Toyota è ricordata come l’ultima fase della guerra libico-ciadiana, che ebbe luogo nel 1987 al confine tra Libia e Ciad. Il nome deriva dai furgoni pick-up Toyota che le truppe ciadiane utilizzarono per lo spostamento delle truppe di terra. Motivo della contesa la stretta striscia desertica di Aouzou. Le truppe di Gheddafi nel giugno del 1983 penetrarono nel paese fornendo aiuti ai ribelli nomadi del GUNT. Fada, Faya Largeau, Kalait erano in mano libica. Passarono solo pochi mesi e nel settembre dell’87 le truppe del GUNT si rivoltarono contro Gheddafi privando i libici di una ragione per essere in territorio ciadiano. I governativi, ora forti dell’appoggio dei ribelli, chiusero la strada alla ritirata libica. Un massacro ed il tutto per 114 mila chilometri quadrati di nulla. I libici nel tentativo di fuga abbandonarono in queste aree miliardi di dollari di attrezzature militare oltre a migliaia di caduti. Gli scheletri di lanciamissili, carri armati, proiettili di cannoni… cadaveri e mine anti uomo inesplose giacciono ora semi sepolte nel silenzio dell’immensità del deserto a ricordo della stupidità.

STORIE 

Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
Vietata la riproduzione senza consenso dell’autore

 

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