STORIE 

Burkina Faso CATTEDRALI DI SABBIA

Di adobe di sabbia e terra pressata con paglia, lavorato in forme morbide come cascate di fango, pinnacoli punteggiati dalle punte delle strutture in legno che sostengono i muri perimetrali. A volte intonacate di bianco a volte lasciate del colore grezzo della terra a volte come fortezze uscite da una favola medioevale esponendo a vista i mattoni…….

MANI DI DIO E LE SEI SORELLE

Bani, un minuscolo villaggio morso dal caldo, case basse intonacate a secco, stradine di sabbia rovente. Un vecchio arriva spingendo la sua bicicletta, si gira l’angolo e…. decine di minareti giallo arancio come trafitti da infiniti bastoni grezzi,  le uniche costruzioni a innalzarsi verso il cielo per centinaia di chilometri, in cui regna l’arido e piatto Sahel. Costeggiando un muro all’ombra delle “torri”, una grande porta in legno spalancata.

La Grande Mosquée de Bani. Interamente realizzata in terra cruda decorata con ricami cesellati geometricamente scavati nel fango. Situata alla base di una collina rocciosa, la moschea principale, “Le Mani di Dio“, è circondata da sei moschee più piccole, semi distrutte, disposte sulla collina a forma di uomo inginocchiato per pregare. 

Il caldo è soffocante e non invoglia ad entrare in una struttura chiusa dove si può pensare ad un calore superiore, ed invece più si penetra all’interno e più la temperatura si fa sopportabile. I pavimenti in terra battuta o sabbia sono parzialmente ricoperti di tappeti, alzando gli occhi tra le colonne unite dagli archi, si rimane affascinati dal complicato reticolo di rami che fanno da soffitto al piano terra ma che sostengono l’immenso tetto a terrazza. Un miracolo di architettura. Giochi di luce creano ombre che si riflettono sui muri intonacati. La scala esterna porta al grande terrazzo, dopo la rilassante penombra riemergere alla luce e una tortura per gli occhi e camminare sul tetto e la pena delle piante dei piedi. Verso la Mecca svetta l’alto minareto un’alta morbida colonna pugnalata da decine e decine di pali che spuntano esternamente come tanti spilli. Scendendo per primo mi siedo sulla sabbia tra una colonna e l’altra. Un vecchio in un antico borbottio snocciola velocemente il suo rosario con lo sguardo pacifico perso nel vuoto. Un passero alla ricerca di un po’ di refrigerio entra da chissà dove planando in alto su una nicchia, pochi secondi e inizia un cinguettio come per ringraziare della frescura. Il vecchio prega il passero magari sta anche lui pregando, io resto li a guardare e ad ascoltare. Pace.

 

 

LUOGHI DEL SILENZIO

 

CATTEDRALI NATURALI

All’estremo ovest del paese, è la natura che ha plasmato delle cattedrali. Il vento e la pioggia per millenni hanno scavato, modellato le rocce. Autentici capolavori di ingegneria.

STORIE 

Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
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