STORIE 

Bulgaria

…E NONNO VASIL COMINCIA A RACCONTARE…

PERNIK

Pernik è il centro della metallurgia in Bulgaria ora “Stomana Industry”.
Pernik è in cima alla classifica delle città più inquinate nella UE e tra le prime dieci nel mondo.

…ma tutti gli anni verso la fine di gennaio, il grigiore di questa piccola cittadina industriale si colora per il “Festival di Surova” o più semplicemente “Surva”.
Da tutte le regioni della Bulgaria i Kukeri fluiscono a Pernik per il più grande raduno di maschere spaventose.
…ma chi sono i Kukeri ?. 

Secondo la credenza popolare, il Kuker è destinato a scacciare gli spiriti maligni e a propiziare il buon raccolto e la felicità nei villaggi per tutto l’anno. Ogni villaggio della Bulgaria ha il proprio gruppo di “Kukeri”, che è composto per lo più da uomini sposati. Il nome “Kuker” deriverebbe dal latino “Cuculla” che significa “Cappuccio” o da “Cucurum”, un’abbreviazione della locuzione “Koukouros Geros”, ovvero “Faretra”, “Contenitore”.
La maggior parte delle maschere di Pernik rappresenta mostri cornuti fatti di pelle di pecora e di legno e i kukeri sono riccamente decorati con campane e campanacci.

Sono le 9 a Pernik, il freddo è pungente, un freddo secco che non ti entra nelle ossa ma che ti gela le parti esposte. La piazza principale è piena di banchetti, qualche souvenir e tanto cibo e bevande calde. Le porchette girano sul fuoco, Suciuk e Lukanka, i tipici salami bulgari, sono appesi pronti ad essere affettati, grandi teste di maiale esposte in bella vista a garanzia di buoni prodotti. Mentre la Shkembe Chorba, la zuppa di budello di agnello o maiale sta bollendo in grandi calderoni, si sistemano le ultime bottiglie di “Rakia”, forte distillato di frutta varia dando sempre un occhio alla “cottura” del vin brulè. L’aria è pregna di odori forti, pungenti per l’orario. Neanche un caffè !!!. 

Entrando in un bar a ridosso della piazza, le cose non cambiano molto, sì il caffè c’è ma come affrontare al mattino un banichka che nasconde tra la pasta sfoglia formaggio o carne ?. 
Nel bar mi avvicino a due ragazze ed un ragazzo che maneggiano macchine fotografiche di un certo peso indici di saper come effettuare un buono scatto. Mi spiegano come funziona il festival, mi danno delle indicazioni di dove meglio posizionarmi e mi regalano un pass per essere dentro al festival. Grandioso.

SURVA

Il lungo viale che sfocia nella piazza principale è già in fermento, sarà da qui che passeranno i vari gruppi etnici che si sfideranno nel “Survakane” ovvero nei giochi di maschere invernali Bulgari. Parliamo di un centinaio di gruppi, più di 5.000 persone. Alla fine della giornata, la giuria, eleggerà la migliore performance. Che la festa inizi. Un orgia di costumi in pelle di pecora o di capra, teschi di animali, corna arrotolate su pellicce di volpi, lupi, alci, orsi, penne che formano delle corone, e poi ancora luccichini, perline e specchietti, copricapo a punta, maschere orrende con  i denti sporchi di sangue, orbite vuote che nascondono occhi azzurri e verdi, …..e la musica assordante con sonorità mediorientali tamburi, pifferi, trombette, piatti e l’immancabile fragore di migliaia di campane che tintinnano all’agitarsi dei performers.

…addossato alle barriere che delimitano il viale, un vecchio osserva con lo sguardo attento, saluta chi passa, un breve scambio di parole e rientra nel ruolo. Un maglione azzurro con un mantello logoro di pecora, pantaloni sdruciti di pelle, stivaloni sporchi di fango. Tra le mani una maschera, un cappello di paglia da cui scendono lunghi capelli e barba candidi. Mani grosse, nodose…. Il viso è un groviglio di rughe, capelli pochi, folte sopracciglia bianche e occhi vispi e attenti.
…mi accenna un saluto, e con un gesto mi chiede di avvicinarmi. In un buon inglese, mi chiede da dove vengo. “…sono Italiano, di Bologna… e tu”. “Io sono dyado (nonno) Vasil, vengo da Traykovo, su nel nord…. campagna, sono un Kuker del mio villaggio”. Mi complimento per il suo inglese. “…sono un membro dell’associazione culturale che tiene in piedi tutta questa baracca, ho viaggiato e ho portato la nostra cultura “mascherata” in giro per il mondo, sono stato in Italia, in Sardegna a Mamoiada invitato dai Mamuthones…”. Caspiterina un vecchio saggio. ” …Vasil, mi spieghi un pò di più dei Kukeri ?…”.

…E NONNO VASIL INCOMINCIA A RACCONTARE…

“…noi bulgari abbiamo numerosi rituali e tradizioni che si differenziano dalle zone, si dice che le origini sono antiche, i primi Traci tenevano rituali per far risorgere il sole, i loro guerrieri vestiti con pelli di animali combattevano con gli spiriti maligni che cercavano di impedire il ritorno della luce. Erano dedicati a Dioniso, il dio tracio del vino, della fertilità e della rinascita…”. Aggiunge “…quando ero piccolo tra Natale e l’Epifania il prete, vistava tutte le case per la benedizione della casa e dei suoi abitanti, poi bussavano alla porta eeee… entravano i mostri… i Kukeri, ed erano veramente orribili, vestivano di pellicce, puzzavano ed avevano maschere orrende, non come la mia di adesso che è in poliuretano…” e sogghigna.

COME ANTICHI GUERRIERI
HELLS BELLS

“…urlavano, si torcevano, io ero terrorizzato, …e le Hells Bells (Le Campane degli Inferi) erano quelle con il loro suono che facevano scappare gli spiriti maligni ed il buio dell’inverno…”. “…lo sai che ci sono campane che superano i venti, trenta chili, quando ero giovane, in vita ne ho portate anche diciotto tutte insieme e… come suonavano !!!”.

“…molti bulgari dicono che i rituali Kukeri hanno qualcosa come 4000 anni. Dioniso fu adorato fin dal 1500 avanti Cristo, ma i Traci erano qua sin dagli albori della storia quindi, circa 10.000 anni fa. antichi siamo !!!” e se la ride “…è da sempre che avvengono questi “riti” ma durante gli anni del regime comunista dal ’45 all’89, le celebrazioni erano proibite, pochi quelli che le organizzavano ed erano illegali, ma si facevano, prima ogni quattro anni, poi ogni tre, due ed ora viene celebrato ogni anno …poi lo sai che dal 2015 l’UNESCO ha dichiarato i costumi Kuker ed i suoi riti, come patrimonio dell’umanità, niente male per dei contadini puzzolenti !!!”.

MONSTERS

Poi aggiunge “…vedrai costumi più “normali”, sono cuciti con paillettes, perline e frammenti di specchio, i colori accesi invocano le forze della natura : il rosso per il fuoco del sole e la fertilità, il nero come madre terra ed il bianco per le energie puri e vivificanti di luce e acqua….” e prosegue… “…il mio nonno, anche lui Kuker, diceva che nell’est del paese, le maschere servivano per spaventare gli invasori dei turco ottomani. La Bulgaria faceva parte del califfato islamico e noi eravamo cittadini di seconda classe e quindi si mascheravano per vendicarsi per gli stupri e le violenze…”.

 

DONNE E…. NON

“…nelle tradizioni, solo gli uomini sposati potevano partecipare alle cerimonie e talvolta per rappresentare le donne si travestivano, …ed erano orrende, ispide e barbute !!!. Ora invece partecipano anche le donne e perfino i bambini, un modo per portare avanti le tradizioni…”.

DIETRO LA MASCHERA

NONNO VASIL

“… dyado Vasil, grazie di tutto sei stato fantastico…”. “Grazie a te per avermi ascoltato…”.
“…una foto dyado?”. “Sì ma solo con la maschera !!!”.
Sghignazza, se la infila diventando immediatamente ancora più “antico”.
Si mette in posa, una piroetta e sparisce tra i Kukeri che passano.

STORIE 

Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
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