STORIE 

Benin MAGICO BENIN

Il Benin è un piccolo stato dell’Africa occidentale che si affaccia per un centinaio di chilometri sull’oceano Atlantico. Sul suo territorio ebbe vita uno dei regni africani più potenti ed enigmatici. Il regno del Dahomey che per un secolo tenne testa all’avanzata dei colonizzatori europei commerciando con loro essenzialmente schiavi. Tante le etnie ancora presenti nel territorio del nord. Il Benin è anche il luogo di origine del Voodoo, ora riconosciuta a livello mondiale come religione e non solo come un rito di possessione legato alla magia nera.

Nel nord del Benin, vive un’etnia considerata il popolo magico delle montagne. I Taneka. Due secoli fà si rifugiarono sulle montagne dell’Atakora per sfuggire alle razzìe  dei cacciatori di schiavi. Qui si adattarono ad una nuova vita al riparo del mondo che li circondava, creando un’insieme di regole sociali che ancora oggi ne proteggono in parte  l’integrità culturale. Il potere è in mano ad un Re ma un grande ruolo è esercitato dal feticher, custode della religione e memoria storica dei villaggi. Non può vestirsi, indossa solamente un perizoma di pelle, un copricapo e tra le mani ha sempre l’immancabile pipa.

Nel centro del paese ad Abomey, antica capitale del regno di Dahomey è fiorente l’antica religione Voodoo. Il Benin è la culla del Voodoo, un culto tradizionale politeista basato sull’idea che Dio si trovi in tutte le cose e ovunque nell’universo. Ciò si traduce con l’adorazione di molte divinità. Magia bianca e magia nera, riti ancestrali, feticci e sacrifici animali, culto delle maschere e dei pitoni reali.

Nel sud del Benin, a pochi chilometri dalla costa, circondato dalle acque del lago Nokoué, è situata quella che viene definita la Venezia d’Africa. Il villaggio di Ganvié sorge interamente su capanne a palafitta, con il tempo è diventata il più grande di tutta l’Africa occidentale. Nel XVIII° secolo la popolazione Tofinu iniziò a migrare dalle coste del lago al centro dello stesso per sfuggire ai trafficanti di schiavi. Tutto si muove su piroghe, attraverso dedali di canali che si snodano tra le capanne. Il colorato mercato delle donne dai grandi cappelli di paglia.

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Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
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