STORIE                                                                                 

Argentina VIDA PATAGONICA

…dopo una nottata in tenda al Bosques Petrificados de Jaramillo si riprende il cammino, chilometri e chilometri di strada sterrata nel nulla più assoluto. E’ mezzogiorno ed è il momento di una sosta. Un bar ristorante immerso nella Patagonia, il vento è sferzante, le nuvole si rincorrono nel cielo, silenzi. L’interno è dimesso, odore di cibo, di fumo, di antico. L’oste dietro al bancone ci accoglie con un sorriso, sulla destra a ridosso della finestra appannata dal calore e da uno strato di polvere, un tavolino a cui è seduto un vecchio signore. C’è la saletta del ristorante sulla sinistra. Il chorizo della sera precedente è ancora in movimento nel mio stomaco e decido di saltare il pranzo, una tazza di caffè con un dulce de leche sono sufficienti. Mentre i compagni di viaggio si accomodano nella saletta, il vecchio signore mi fa cenno di sedermi sulla sedia di fronte a lui. Capelli bianchi, coppola dimessa portata all’indietro, un reticolato di rughe su una pelle scura bruciata dal vento e dal sole, occhi azzurri sotto le ciglia candide e cespugliose. “De dónde viniste“. “Venimos de Italia“. “Mi padre venía de Italia de Capriva del Friuli“. Poi…. come tutti gli anziani incomincia a parlare della sua vita in terra Argentina. La madre Svedese, il trasferimento da Baires alla Patagonia, le pecore, i cavalli, il vento, il freddo, la pensione bassa e la solitudine da vedovo. Le parole fluiscono lente, non c’è rassegnazione ma serenità. “La vida está dura aquí” mi mostra le mani nodose e artritiche, poi appoggiandosi al tavolo ed al bastone anch’esso nodoso si alza pesantemente e mi mostra le gambe massicce arcuate da una vita a cavallo. “Esto es lo que queda de mi Vida Patagónica….“. Si riparte, la stretta di mano è forte e vigorosa, un cenno di saluto con gli occhi, un sorriso e si ributta nei suoi silenzi Patagonici.

FINO ALLA FINE DEL MONDO

 

Trasmettiamo da una casa d’Argentina
con l’espressione radiofonica di chi sa
che la distanza è grande
la memoria cattiva e vicina
e nessun tango mai più
ci piacerà.

Ecco, ci siamo
ci sentite da lì?
ma ci sentite da lì?

(Ivano Fossati – Italiani d’Argentina)

Puerto Madryn > Ushuaia quasi tremila chilometri, poco asfalto tanto sterrato, buono ma pur sempre sterrato. La strada corre all’infinito, la pampa a destra, la pampa a sinistra, sempre dritto. Guardi fuori dal finestrino del bus, poi riprendi la tua lettura o il tuo pisolino, passa mezz’ora tre quarti d’ora, guardi di nuovo fuori e ti accorgi che il paesaggio non è cambiato, sospesi nel tempo in un paesaggio quasi irreale. Il nulla. Ma è un nulla che affascina, stordisce, porta a pensare. Poi incominciano i grandi laghi, le imponenti montagne, i fiordi Cileni della costa Pacifica, giù, giù fino alla Ciudad Más Austral del Mundo. Sono passate tre settimane, sono volate tra silenzi e urla del vento.

PENINSULA VALDES

BALLENAS DE NOVIEMBRE

 

 

 

BOSQUES PETRIFICADOS DE JAMARILLO

PARQUE NACIONAL LOS GLACIARES

I PRINCIPI DELLE ANDE

H I E L O

LAGO ARGENTINO

STORIE                                                       Segue con Cile – Vida Patagonica 

Foto e testi a cura di Cesare Sabbatini
Vietata la riproduzione senza consenso dell’autore